Valerio Avitabile

Astrophotography


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SU DI ME

Astrofotografo amatoriale, nato nel 1976, sono sempre stato affascinato dal cosmo e dai suoi misteri.
Nel 2018, ho assemblato la mia prima strumentazione astronomica, aprendo finalmente gli occhi a orizzonti che fino ad allora erano stati raggiunti solo dalla mia immaginazione.
Dai miei primi scatti con una reflex all'evoluzione verso i moderni sensori CMOS, ogni foto è diventata per me un viaggio nel cosmo, tra fotoni e meraviglia.
Nel tempo, ho assimilato conoscenze, sperimentando e perfezionando costantemente le tecniche di ripresa e post-produzione.
Ho visto le mie immagini viaggiare in lungo e in largo, riconosciute e pubblicate a livello internazionale: dalla selezione NASA APOD alle menzioni su Astrobin, fino alla vittoria del concorso globale Optolong 2021.
Tutto questo, rigorosamente catturato dalla mia terrazza di casa, a dimostrazione che con impegno e passione, il cosmo può essere alla portata di tutti.
Oggi, sono lieto di mettere le mie competenze acquisite a disposizione della community, offrendo corsi online personalizzati per chi vuole le basi per iniziare o perfezionare la propria tecnica, con l'obiettivo di condividere conoscenze, accendere la curiosità e aiutare gli altri a guardare in alto, verso le stelle.


COME POSSO AIUTARTI?

Ho trasformato la mia passione per l'elaborazione in un metodo di insegnamento chiaro ed efficace.
Nei miei CORSI ONLINE, ti insegnerò il mio workflow completo per trasformare un semplice file RAW in una spettacolare fotografia astronomica.
Insieme, affronteremo ogni fase del processo: dallo stacking alla rimozione dei gradienti, dallo stretch dell'immagine alla gestione del colore, con potenti strumenti come PIXINSIGHT, PHOTOSHOP e CAMERA RAW. Questo corso è pensato sia per i principianti che per coloro che desiderano scoprire tecniche alternative.

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Il video mostra come dei dati grezzi possano essere trasformati in una splendida immagine finale



ARGOMENTi DEL CORSO

Impareremo come gestire i nostri file grezzi
e arrivare all'immagine finale


■ Stacking delle immagini, calibrazione con dark, flat, darkflat

■ Creazione e calibrazione dei canali RGB

■ Rimozione dei gradienti, calibrazione fotometrica, immagine starless

■ Deconvoluzione e riduzione del rumore in lineare

■ Stretching e inizio fase non lineare

■ Curve, contrasti, saturazione, modalità di fusione

■ Lavoro sui dettagli fini, calibrazione delle stelle e immagine finale

■ Domande, riflessioni, e rilascio della videolezione



PORTFOLIO



Galassie

Le galassie sono vaste collezioni di stelle, gas, polvere e materia oscura, tenute insieme dalla gravità, possono contenere da milioni a migliaia di miliardi di stelle, sistemi planetari, nebulose e buchi neri. Rappresentano le componenti principali dell'universo osservabile e si presentano in diverse forme e dimensioni. La nostra Via Lattea è una galassia a spirale barrata, caratterizzata non solo da bracci a spirale ma anche da una barra centrale di stelle che attraversa il suo nucleo, a differenza delle galassie a spirale "normali" che hanno un nucleo compatto. Composta da stelle più vecchie, questa barra centrale agisce come un canale che trasporta gas e materiali verso il centro galattico, dove avvengono la formazione stellare e fenomeni legati al buco nero supermassiccio.

Nebulose Luminose

Una nebulosa è un ammasso interstellare di polvere, idrogeno e plasma, classificata in diverse tipologie. Le nebulose a riflessione brillano riflettendo la luce di stelle vicine, mentre le nebulose a emissione emettono luce propria.
Il loro colore dipende dalla composizione chimica: il rosso indica abbondanza di idrogeno, mentre le tonalità blu-verdi segnalano la presenza di altri elementi.
Considerate vere e proprie "fabbriche di stelle", al loro interno, gas e polveri interagiscono con la gravità, innescando i processi che portano alla nascita di nuove stelle.

Wolf Rayet

Le Wolf-Rayet (WR) sono stelle massicce e calde nelle fasi finali della loro evoluzione, scoperte nel 1867 dagli astronomi francesi Charles Wolf e Georges Rayet. Con masse che vanno da 5 a oltre 20 volte quella del Sole, emettono radiazioni intense, specialmente nella banda ultravioletta.
Avendo esaurito l'idrogeno nel loro nucleo, fondono elementi più pesanti come elio e carbonio, diventando estremamente calde. Questa enorme energia genera potenti venti stellari che espellono grandi quantità di materia nello spazio a velocità di migliaia di chilometri al secondo. Questo processo di perdita di massa contribuisce alla formazione di nebulose circostellari composte da gas e polvere.

Ammassi stellari

Gli ammassi stellari sono gruppi di stelle nate dalla stessa nube di gas e polvere, legate tra loro dalla gravità, e si dividono in ammassi aperti e ammassi globulari. Gli ammassi aperti, come le Pleiadi e le Iadi, sono giovani, contengono da poche centinaia a qualche migliaio di stelle e si trovano nel disco della galassia, con una disposizione irregolare e brillante. Gli ammassi globulari, come Omega Centauri, hanno miliardi di anni, contengono centinaia di migliaia di stelle densamente raggruppate in una forma sferica e si trovano nell'alone galattico, rappresentando alcune delle strutture più antiche dell'universo.

Hubble Palette

La Hubble Palette è una tecnica di mappatura del colore utilizzata nell'astrofotografia per evidenziare la struttura e la composizione degli oggetti celesti. Essa assegna il rosso alle emissioni di zolfo-II (SII), il verde all'idrogeno-alfa (Hα) e il blu all'ossigeno-III (OIII), basandosi su filtri a banda stretta. Resa popolare dal telescopio spaziale Hubble, questa palette non è fedele al colore naturale ma enfatizza la distribuzione degli elementi e i processi nelle nebulose. Immagini iconiche come i Pilastri della Creazione dimostrano la sua capacità di rivelare dettagli intricati. Ampiamente utilizzata sia da astrofotografi professionisti che amatoriali, la Hubble Palette crea immagini sorprendenti e ad alto contrasto che combinano intuizione scientifica e fascino visivo.

Nebulose oscure

Una nebulosa oscura, o nube molecolare, è una vasta e fredda nube composta principalmente da gas e una piccola frazione di polvere. Il suo aspetto scuro è causato da questa polvere, che assorbe la luce di stelle o nebulose retrostanti, specialmente la parte blu dello spettro.
Queste nubi sono tra gli oggetti più freddi dell'universo e sono visibili come silhouette scure contro sfondi luminosi. Le più grandi, note come nubi molecolari giganti, possono raggiungere una massa un milione di volte quella del Sole. Con le loro forme irregolari, sono visibili a occhio nudo come macchie scure contro il bagliore della Via Lattea.

Resti di Supernova

Un resto di supernova è il materiale espulso da una violenta esplosione stellare. Questo fenomeno si verifica quando una stella molto massiccia esaurisce il suo combustibile e collassa, oppure quando una nana bianca accumula troppa massa da una stella compagna.
In entrambi i casi, l'esplosione scaglia gli strati esterni della stella nello spazio a velocità estremamente elevate, creando una nube in espansione di gas e polvere. Il nucleo della stella, può collassare formando un oggetto compatto come una stella di neutroni o un buco nero. Mentre la nube si dissolve nel corso di migliaia di anni, questi resti compatti sono quasi eterni.

Nebulosa Planetaria

Le nebulose planetarie sono una fase di transizione nella vita delle stelle di massa medio-bassa. Si formano quando una stella morente espelle i suoi strati esterni, lasciando dietro di sé un nucleo caldo e denso che diventerà una nana bianca.
La radiazione ultravioletta del nucleo ionizza il gas circostante, facendolo brillare con colori vivaci che indicano la presenza di elementi come idrogeno e ossigeno. Nonostante il nome, non hanno alcuna relazione con i pianeti.
Con una breve vita di decine di migliaia di anni, queste strutture dalle forme più varie arricchiscono il mezzo interstellare di elementi pesanti, essenziali per la formazione di nuove stelle. Anche il nostro Sole ne formerà una tra circa 5 miliardi di anni.



VIDEO & TUTORIALS

UTILITY

Grazie per aver esplorato il cosmo attraverso i miei occhi.
Non smettere mai di guardare oltre, il prossimo sogno è già tra le stelle.

© Valerio Avitabile

Contattami

M33 Galassia del Triangolo

La Galassia del Triangolo, conosciuta anche come Messier 33 o M33, è una galassia a spirale situata nella costellazione del Triangolo. Ad una distanza approssimativa di 2,73 milioni di anni luce dalla Terra e con un diametro di 18,74 kiloparsec (circa 61.100 anni luce), la Galassia del Triangolo è il terzo membro più grande del Gruppo Locale di galassie, dopo la Galassia di Andromeda e la Via Lattea.
È composta da innumerevoli ammassi di giovani stelle blu che illuminano i suoi bracci vorticosi e vaste regioni di idrogeno e ossigeno ionizzati, che fungono da vivai stellari. Tra questi spicca la nebulosa NGC 604, la regione di formazione stellare più grande e luminosa della galassia – un immenso vivaio dove nascono nuove giovani stelle.
In condizioni di osservazione eccezionalmente buone, prive di inquinamento luminoso, la Galassia del Triangolo può essere vista da alcune persone a occhio nudo, completamente adattato all'oscurità. Per tali osservatori, è l'oggetto permanente più lontano visibile senza ingrandimento, essendo circa una volta e mezzo più lontana di Messier 31, la Galassia di Andromeda

M31 Andromeda

La Galassia di Andromeda, situata nell'omonima costellazione, si trova a circa 2,5 milioni di anni luce da noi. Sotto un cielo perfettamente sereno e buio, può essere debolmente visibile a occhio nudo. È il membro più grande del Gruppo Locale di galassie, contenendo un trilione di stelle all'interno di un disco che si estende per 220.000 anni luce, superando di gran lunga il numero di stelle nella nostra Via Lattea. È anche la galassia a spirale più vicina alla nostra.
La Galassia di Andromeda si sta avvicinando alla Via Lattea a una velocità di circa 400.000 chilometri all'ora. Tra circa 5 miliardi di anni, le due galassie si attraverseranno a vicenda, e queste interazioni gravitazionali altereranno drasticamente l'aspetto di entrambe. L'astronomo Edwin Hubble fu il primo a identificare le stelle variabili Cefeidi nelle fotografie di Andromeda, il che gli permise di misurare la distanza della galassia.
Le sue misurazioni dimostrarono che Andromeda non era un ammasso di stelle e gas all'interno della Via Lattea, ma una galassia completamente separata situata a una distanza significativa dalla nostra. Per questo motivo, storicamente, veniva anche chiamata la Grande Nebulosa di Andromeda.

Tripletto del Leone

Il Tripletto del Leone è un affascinante esempio di gruppo di galassie che interagiscono gravitazionalmente. Ecco alcune informazioni su ciascuna delle galassie che compongono questo tripletto:
NGC 3628 (Galassia Hamburger) è una galassia a spirale non barrata situata a circa 35 milioni di anni luce dalla Terra. È nota per la sua spettacolare vista di taglio, che mostra un sottile disco di stelle, gas e polvere interstellare. L'inclinazione della galassia rispetto alla nostra linea di vista ne enfatizza la forma a "hamburger". Studi recenti hanno rivelato una vasta nube di gas e polvere che circonda la galassia, indicando un'attività di formazione stellare in corso e la presenza di vivai stellari interni.
M66 (NGC 3627) è una galassia a spirale barrata a circa 36 milioni di anni luce di distanza. È una delle galassie più luminose del gruppo, con una struttura ben definita di bracci a spirale che avvolgono una barra centrale di stelle. M66 ospita anche un numero significativo di regioni di formazione stellare, evidenziate dalla presenza di giovani ammassi stellari e nebulose brillanti nei suoi bracci a spirale. La galassia mostra chiari segni di distorsione causati dall'interazione gravitazionale con le altre galassie del tripletto.
M65 (NGC 3623) è un'altra galassia a spirale situata a circa 35 milioni di anni luce dalla Terra. Ha una struttura simile a M66, con bracci a spirale ben definiti che circondano un nucleo centrale brillante. M65, come le sue controparti, mostra caratteristiche influenzate dalle interazioni gravitazionali all'interno del Tripletto del Leone.


M51 Galassia Vortice

La Galassia Vortice (M51) è una galassia a spirale situata a circa 31 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione dei Cani da Caccia. È famosa per la sua struttura a spirale ben definita e per la sua interazione gravitazionale con la galassia più piccola NGC 5195, che le conferisce un aspetto distintivo.
I bracci a spirale di M51 ospitano molte regioni di formazione stellare, e la galassia contiene un buco nero supermassiccio al suo centro. Questa galassia è un eccellente esempio di galassia interagente ed è un oggetto di studio chiave per comprendere la dinamica galattica e la formazione stellare. È facilmente osservabile con i telescopi, rendendola un bersaglio popolare sia per gli astronomi amatoriali che professionisti. Dista in media oltre 35 milioni di anni luce dalla Terra.

Tripletto del Drago

Il Tripletto del Drago è un gruppo di tre galassie situate nella costellazione del Dragone. Il tripletto è composto da NGC 5981, NGC 5982 e NGC 5985, tutte in interazione gravitazionale.
NGC 5981 è una galassia ellittica relativamente luminosa che mostra segni di passata formazione stellare.
NGC 5982 è una galassia lenticolare con un bulge centrale ben definito, spesso considerata un tipo intermedio tra le galassie ellittiche e a spirale.
NGC 5985 è una galassia a spirale, caratterizzata da bracci prominenti, ed è la più attiva delle tre, mostrando una forte formazione stellare.
Queste galassie si trovano a circa 70 milioni di anni luce dalla Terra e offrono un esempio unico di interazioni ed evoluzione galattica all'interno di un piccolo gruppo.

M81 - M82 Galassie Bode e Sigaro

M81 e M82, rispettivamente Galassia di Bode e Galassia Sigaro, sono due galassie situate nell'Orsa Maggiore, distanti in media dal nostro sistema solare circa 11,7 milioni di anni luce, una misura che le rende uno dei gruppi di galassie più vicini al nostro Gruppo Locale. M81 e M82 sono ora separate da circa 300.000 anni luce, ma 250 milioni di anni fa ci fu un incontro tra le due galassie, e una grande quantità di gas si riversò in M82, in particolare nelle sue regioni centrali. Questa interazione ha provocato un netto aumento della formazione stellare in entrambe le galassie. Ancora oggi, le forze mareali di M81 deformano M82 e aumentano enormemente i fenomeni di formazione stellare, rendendola una galassia "Starburst" e causando la formazione di super ammassi. M81 è anche conosciuta come Galassia di Bode o NGC 3031; è una galassia a spirale piuttosto luminosa, osservata per la prima volta nel 1774 da Johann Elert Bode, da cui prende il nome; in seguito, nel 1781, Charles Messier la inserì nel suo catalogo. M82, nota anche come "Galassia Sigaro" o NGC 3034, è una galassia attiva come la sua compagna M81; questa galassia rivela un potente campo magnetico ed è una fonte di intense onde radio. Nel suo centro sta avvenendo un'enorme esplosione, che dura ormai da 1,5 milioni di anni, dove frammenti di materia incandescente si allontanano dal nucleo galattico a mille km/s; la massa coinvolta nell'esplosione è equivalente a cinque milioni di Soli. Fu anch'essa scoperta da Bode nel 1774.

NGC 2903

NGC 2903 è una galassia a spirale barrata nella costellazione del Leone, a circa 20,5 milioni di anni luce dal sistema solare, scoperta da William Herschel nel 1784.
Questa è una galassia per molti versi simile nella forma alla Via Lattea. Le sue dimensioni sono solo leggermente inferiori alle nostre, con un'estensione di circa 80.000 anni luce. Ma a differenza della nostra, è più giovane e presenta un ammasso di stelle massicce e brillanti al posto dell'ammasso globulare.
La regione centrale della galassia ha un tasso eccezionale di formazione stellare, concentrata in un anello intorno al nucleo, che ha un diametro di poco più di 600 parsec e include non solo un gran numero di giovani stelle brillanti, ma anche una notevole presenza di nebulosità a emissione e polvere oscura.

M64 Galassia Occhio Nero

Messier 64, Galassia dell'Occhio Nero (conosciuta anche come Galassia dell'Occhio del Diavolo), è una galassia a spirale, a forma di girandola, visibile nella costellazione della Chioma di Berenice.
Opposta al brillante centro galattico si trova una cospicua banda scura di polvere che assorbe la luce, da cui il soprannome "Occhio Nero". Ha una dimensione di circa 50.000 anni luce e dista circa 17,3 milioni di anni luce dalla Terra. È caratterizzata dal suo bizzarro movimento interno. Il gas nelle regioni esterne di questa straordinaria galassia ruota in direzione opposta rispetto al gas e alle stelle nelle sue regioni interne. Questo strano comportamento può essere attribuito a una fusione tra M64 e una galassia satellite avvenuta oltre un miliardo di anni fa.

NGC 4565 Galassia Ago

52 milioni di anni luce: questa è la distanza percorsa dai fotoni prima di raggiungere il sensore della mia camera astronomica. Questo è l'oggetto del profondo cielo più distante che abbia mai fotografato: NGC 4565, la Galassia Ago, una splendida galassia a spirale osservata in direzione della costellazione della Chioma di Berenice.
La sua forma e struttura sono sorprendentemente simili alla Via Lattea, e la sua orientazione di taglio ci permette di ammirare la scura fascia di polvere che ne definisce l'aspetto.

WR 134

Le Wolf-Rayet (WR) sono stelle che mostrano linee di emissione ampie e prominenti di elio ionizzato e azoto o carbonio altamente ionizzati. I loro spettri indicano un significativo arricchimento superficiale di elementi pesanti, l'esaurimento dell'idrogeno e forti venti stellari. WR 134 è una delle prime stelle WR scoperte dagli astronomi Charles Wolf e Georges Rayet nel 1867.
WR 134 ha espulso la sua atmosfera esterna, che ora è disturbata dai venti caldi e veloci della stella WR, formando una bolla visibile. È più facilmente osservabile alla luce dell'ossigeno ionizzato ([OIII]) e quindi appare turchese nelle immagini della bolla WR. WR 134 stessa è visibile come la stella più luminosa vicino al centro apparente della bolla.

WR 136 e NGC 6888 Crescent Nebula

WR 136 è il potente motore della Nebulosa Crescente, NGC 6888, situata al suo centro. Questa stella massiccia, circa 21 volte più grande del Sole e con una temperatura superficiale di oltre 70.000 gradi, si trova in uno stadio evolutivo molto avanzato.
La caratteristica forma a guscio della nebulosa è creata dall'intensa attività della stella. Il suo attuale vento stellare, estremamente veloce, si scontra con il gas che era stato espulso più lentamente durante una fase precedente, quando era una gigante rossa.
Questo processo non solo scolpisce la nebulosa, ma provoca anche un'impressionante perdita di massa per la stella stessa. Essendo vicina alla fine del suo ciclo vitale, WR 136 è destinata ad esplodere in una spettacolare supernova.

B 150 Nebulosa Cavalluccio marino

Barnard 150 (B150), conosciuta anche come la Nebulosa Cavalluccio Marino, è una nebulosa oscura situata nella costellazione di Cefeo. Fa parte del catalogo di nebulose oscure compilato da Edward Emerson Barnard all'inizio del XX secolo. Questa nebulosa è notevole per la sua forma distintiva, che ricorda un cavalluccio marino, visibile contro il brillante sfondo stellato della Via Lattea.
B150 è composta principalmente da gas e polvere, che bloccano la luce delle stelle di fondo, facendola apparire come una silhouette scura. Si trova a circa 1.200 anni luce dalla Terra ed è una regione di formazione stellare, contenente giovani stelle e protostelle nascoste al suo interno. La polvere e il gas all'interno della nebulosa fungono da ingredienti principali per la nascita di nuove stelle.
La sua posizione nella costellazione di Cefeo la rende un bersaglio interessante per l'astrofotografia e l'osservazione astronomica, specialmente nelle immagini a lunga esposizione dove il contrasto tra la nebulosa oscura e lo sfondo stellato è particolarmente suggestivo.

LDN 1157

LDN 1157 (Lynds Dark Nebula 1157) è una nebulosa oscura nella costellazione del Toro, a circa 800 anni luce dalla Terra. È una regione densa di gas e polvere che blocca la luce delle stelle di fondo, apparendo come una macchia scura. LDN 1157 è un sito attivo di formazione stellare, che ospita giovani oggetti stellari e protostelle. È nota per i deflussi molecolari, incluse le emissioni di monossido di carbonio, che forniscono informazioni sulla sua struttura e dinamica. La nebulosa è importante per studiare le prime fasi della formazione di stelle e pianeti. Si osserva al meglio con telescopi a infrarossi o submillimetrici, poiché la luce visibile è oscurata dalla polvere.

NGC 7035 Nebulosa Iris

Uno dei soggetti più difficili dai cieli urbani, Ngc 7023, comunemente nota come la Nebulosa Iris, la più luminosa delle nebulose a riflessione situate nella costellazione di Cefeo, un'area particolarmente ricca di nubi oscure e polvere circostante. Una caratteristica interessante di questo oggetto è l'intensa polvere interstellare che oscura le stelle dietro di essa, risultando nella dominanza blu di questa nebulosa a causa della giovane stella centrale. Questo è ciò che accade con una nebulosa a riflessione dove precisamente la radiazione delle stelle dona il loro caratteristico colore alla materia che le orbita intorno.

LDN 772 Nebulosa Loch Ness

Diverse strutture di polvere oscura, denominate con gli acronimi LDN e LBN (LBN 133 e 134, LDN 768, 769, 772, 773, 774, 775, 779), si stagliano su un tappeto di stelle assumendo la forma del "Mostro" di Loch Ness. Inoltre, nella zona sono presenti due bellissime nebulose a riflessione. Il gas e la polvere all'interno di queste nubi possono collassare sotto l'influenza della gravità, portando alla formazione di nuove stelle. Le osservazioni di queste regioni aiutano gli astronomi a comprendere meglio i processi di formazione stellare e l'evoluzione delle nubi molecolari.

NGC 1333 e le Nubi di Perseo

NGC 1333 è una splendida nebulosa a riflessione a circa 1.000 anni luce di distanza, annidata nella vasta nube molecolare del Perseo. È una delle regioni di formazione stellare più attive della nostra galassia: al suo interno, centinaia di giovani stelle illuminano la polvere circostante, creando bagliori bluastri e intricati disegni di luce. La circondano grandi nebulose oscure come Barnard 1, 2 e 205, che assorbono la luce stellare e appaiono come macchie nere nel cielo. Queste nubi, apparentemente vuote, sono in realtà vivai stellari dove stanno nascendo nuovi soli. Lo stesso campo ospita anche nebulose a riflessione più piccole come vdB 12 e Ced 13, con tonalità che vanno dal giallo al blu, insieme a nebulose cometarie e persino deboli galassie di sfondo che brillano attraverso la polvere. Un complesso ricco e dinamico, che ci mostra come la bellezza del cosmo emerga dall'interazione di luce e oscurità.

M1 Nebulosa Granchio

La Nebulosa del Granchio (M1 o NGC 1952) è un resto di supernova visibile nella costellazione del Toro. Scoperta nel 1731 dall'astronomo inglese John Bevis, la nebulosa divenne il primo oggetto del catalogo di oggetti astronomici pubblicato da Charles Messier nel 1774, concepito per aiutare i cacciatori di comete a evitare confusioni con oggetti simili. Estendendosi per circa sei anni luce, la nebulosa è composta da gas in espansione espulsi durante l'esplosione della Supernova 1054. Questa supernova produsse un bagliore così intenso da essere osservata a occhio nudo per la prima volta il 4 luglio 1054, e fu registrata in dettaglio dagli astronomi cinesi e arabi dell'epoca.
La Nebulosa del Granchio si trova a circa 6.500 anni luce dal sistema solare, nel Braccio di Perseo della Via Lattea. Al suo centro si trova la Pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 28-30 chilometri. Scoperta nel 1968, la pulsar ruota a una velocità sorprendente di 30 volte al secondo, emettendo impulsi di radiazione attraverso lo spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi gamma. Questo rende la Nebulosa del Granchio un oggetto prezioso per lo studio sia delle conseguenze delle esplosioni di supernova sia del comportamento delle stelle di neutroni.

M27 Nebulosa Manubrio

M27, o Nebulosa Manubrio, è una brillante nebulosa planetaria situata a circa 1.200 anni luce di distanza nella costellazione della Volpetta. Scoperta nel 1764 da Charles Messier, si estende per 2,5 anni luce e presenta una caratteristica forma a manubrio, formata dal gas espulso da una stella morente. La nebulosa brilla con emissioni rosse di idrogeno e verde-blu di ossigeno, illuminate dalla sua nana bianca centrale, che ha una temperatura di oltre 85.000 K. Con una magnitudine di +7,4, M27 è visibile con binocoli o piccoli telescopi, specialmente durante l'estate nell'emisfero settentrionale. Offre preziose informazioni sull'evoluzione stellare e sull'arricchimento del mezzo interstellare.

Muro del Cigno

Il muro del Cigno, osservato nella palette SHO (Hubble Palette), mostra la regione di formazione stellare all'interno della Nebulosa Nord America (NGC 7000) con dettagli sorprendenti. In questa palette, lo zolfo-II (SII) è mappato in rosso, l'idrogeno-alfa (Hα) in verde e l'ossigeno-III (OIII) in blu, enfatizzando la distribuzione dei gas ionizzati. Appare come una cresta luminosa di gas e polvere con intricate strutture come pilastri, filamenti e fasce scure, modellate dai venti stellari e dalla radiazione ultravioletta di massicce stelle vicine. La tecnica SHO esalta i contrasti tra i gas, rivelando i processi dinamici e la composizione della nebulosa, fornendo al contempo una visione vibrante ed esteticamente accattivante di questa nursery stellare.

IC443 Nebulosa Medusa

IC 443 è una nebulosa diffusa situata nella costellazione dei Gemelli, risultato di un'esplosione di supernova avvenuta circa 30.000 anni fa. Si trova a circa 5.000 anni luce dalla Terra. La nebulosa si è formata a seguito di un'esplosione di supernova, rilasciando una grande quantità di gas e polvere nello spazio. IC 443 presenta una struttura complessa e interessante, con filamenti di gas ionizzato e polvere cosmica. La sua forma è talvolta associata a quella di una medusa, da cui il nome alternativo Nebulosa Medusa. La regione attorno a IC 443 è ancora attiva in termini di attività stellare, tutto dovuto alle continue interazioni tra i venti stellari e le enormi quantità di polvere e gas circostanti. L'immagine è stata creata utilizzando la tecnica della palette Hubble per percepire e distinguere le singole emissioni di idrogeno, zolfo e ossigeno.

NGC281 Nebulosa Pacman

La Nebulosa Pacman (NGC 281) è una grande nebulosa a emissione che appare vicino alla gigante arancione Schedar, nella costellazione di Cassiopea. La nebulosa si trova a circa 9.200 anni luce di distanza e occupa 35 minuti d'arco del cielo apparente. È anche catalogata come IC 11 e Sharpless 184 (Sh2-184). È stata chiamata Nebulosa Pacman per la sua somiglianza con Pac-Man, il personaggio del popolare videogioco a labirinto degli anni '80. Nelle immagini ottiche, una fascia scura di polvere forma la bocca di Pac-Man. Si estende per 48 anni luce, è una regione di formazione stellare che contiene giovani stelle, grandi fasce di polvere scura e globuli di Bok. I globuli di Bok sono piccole, dense nebulose oscure piene di materiale da cui si formano nuove stelle. La fascia di polvere scura si estende in modo irregolare attraverso nuvole incandescenti di idrogeno e il suo aspetto suggerisce che sia scolpita da una stella massiccia sullo sfondo, nascosta dalle nubi oscure.

VDB142 Nebulosa Proboscide d'elefante

vdB 142 è una piccola nebulosa oscura, visibile nella costellazione di Cefeo.
Si trova verso l'area centrale del grande complesso nebulare conosciuto come IC 1396, a pochi primi d'arco ad ovest dell'ammasso aperto associato alla nebulosa; nonostante le sue piccole dimensioni, si distingue abbastanza facilmente, grazie alla sua profonda oscurità e alla sua forma, che le ha valso il soprannome di Proboscide d'Elefante. Essendo a declinazioni molto settentrionali, è circumpolare dalla maggior parte dell'emisfero settentrionale; tutt'intorno appare circondata da un campo stellare relativamente ricco, e la presenza della nebulosità diffusa di IC 1396 ne evidenzia ulteriormente la natura di nebulosa oscura.

NGC2237 Nebulosa Rosetta

La Nebulosa Rosetta, conosciuta anche come NGC 2237, è una regione di formazione stellare situata all'interno della Nebulosa di Orione, una vasta nube di gas e polvere nella costellazione di Orione. Questa nebulosa si trova a circa 5.200 anni luce dalla Terra ed è una delle regioni di formazione stellare più attive all'interno della Via Lattea.
La Nebulosa Rosetta deve il suo nome alla sua somiglianza con una rosa, con la sua forma che ricorda i petali di un fiore. La nebulosa è alimentata da una giovane e massiccia stella chiamata HD 46223, che emette intense radiazioni ultraviolette e venti stellari che interagiscono con il gas circostante, facendo brillare la nebulosa.
Al centro della Nebulosa Rosetta si trova un ammasso aperto di giovani stelle chiamato NGC 2244, formato da stelle appena nate nell'ambiente della nebulosa. Queste giovani stelle sono immerse nel gas e nella polvere da cui sono nate, e la loro luce illumina e ionizza il materiale circostante, rendendo la nebulosa visibile.

Sh-2 124

Sh2-124 è una grande nebulosa a emissione visibile nella costellazione del Cigno,
nel settore nord-occidentale, lungo la Via Lattea, ad est della coppia di stelle ρ1 Cygni e ρ2 Cygni; il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale cade tra luglio e dicembre.
Sh2-124 è un esteso sistema nebulare, legato alla sorgente infrarossa RAFGL 2789, che è identificata con la sua controparte stellare nota come V645 Cygni, probabilmente una stella di classe O o una stella Herbig Ae/Be. Il complesso è probabilmente situato all'interno del Braccio di Orione ad una distanza di circa 2600 parsec (circa 8480 anni luce) sebbene questi dati siano discordanti a causa di diverse stime. Se la distanza di 2600 parsec è corretta, questa nebulosa potrebbe trovarsi in una regione inter-braccio o vicino al bordo interno del Braccio di Perseo, in primo piano rispetto all'associazione Cepheus OB1.
Le principali stelle responsabili dell'ionizzazione del gas della nebulosa sarebbero una stella blu di classe spettrale O7V e una stella blu di classe spetB2V, alle quali se ne potrebbero aggiungere altre. La nebulosa ospita processi di formazione stellare, e al suo interno sono state rilevate un certo numero di sorgenti infrarosse, cinque delle quali identificate dal satellite IRAS. Sono stati rilevati anche due maser, uno con emissioni di H2O centrate sulla componente V645 Cygni e uno con emissioni di CH3OH.

Sh-2 119

Sh-2 119 è una grande nebulosa a emissione nella costellazione del Cigno, poco conosciuta a causa della sua vicinanza alle ben note nebulose Nord America e Pellicano, che distano solo tre gradi. Una stella brillante di magnitudine 5, 68 Cygni, è visibile al centro dell'immagine, e i suoi venti stellari ionizzano i gas circostanti. Si possono anche osservare diversi globuli di Bok, la cui attività di formazione stellare rende l'area un vero e proprio focolaio di giovani stelle.
La forma e la struttura della nebulosa evocano chiaramente una conchiglia con una perla all'interno, motivo per cui è anche chiamata la Nebulosa Conchiglia, la perla perduta nel Cigno.

M8-M20 Nebulose Laguna e Trifida

Le Nebulose Laguna e Trifida sono la coppia di nebulose più luminose nella costellazione del Sagittario, regine del cielo estivo. La Nebulosa Laguna (M8) è una regione HII o nube interstellare che brilla di rosso a causa dell'idrogeno ionizzato mentre è attraversata da venti stellari. La distanza della nebulosa dalla Terra è stimata in 5000 anni luce, il che renderebbe il suo diametro fisico di circa 100 anni luce. La Laguna è un'attiva fucina stellare e contiene un certo numero di globuli oscuri, nubi di materiale protostellare da cui si formano e nascono nuove stelle. Dalla Terra, la dimensione apparente della Laguna è di 40 per 90 minuti d'arco e brilla con una magnitudine apparente di +6,0. La Nebulosa Trifida (M20) è costituita in parte da una nebulosa a emissione e da una considerevole zona di riflessione. La nebulosa a emissione brilla di rosso nel colore caratteristico dell'idrogeno ionizzato, mentre la nebulosa a riflessione è blu a causa delle vicine stelle giovani e calde. La Nebulosa Trifida prende il nome dal suo aspetto a tre lobi. La distanza dalla nebulosa è stimata in 5000 anni luce ma ci sono grandi incertezze riguardo a questo valore. La dimensione apparente della Trifida è di 28 minuti d'arco e la sua magnitudine apparente è di +6,3.

IC 1318 Nebulosa Farfalla

Situata nel cuore della costellazione del Cigno, Gamma Cygni, più comunemente conosciuta come Sadr, è una delle stelle più luminose del cielo estivo. È una supergigante gialla che si trova al centro della "Croce del Nord", una formazione stellare nella costellazione del Cigno. Con una magnitudine apparente di circa 2,2, è facilmente visibile a occhio nudo. Intorno ad essa, e in prospettiva, si trovano estesi ammassi di idrogeno ionizzato, in particolare IC 1318, o la "Nebulosa Farfalla". Si tratta di una nebulosa a emissione che brilla a causa della radiazione emessa dalle giovani stelle al suo interno. La nebulosa è divisa in più parti da nebulose oscure, creando complessi e affascinanti giochi di luce. Vicino a Sadr, si trova anche NGC 6910, un ammasso stellare aperto spesso chiamato "Ammasso della Roccia" per la particolare disposizione delle sue stelle. In quest'area, c'è un'intensa attività di formazione stellare, dove giovani stelle massicce ionizzano il gas circostante, facendo brillare le nebulose e creando splendidi paesaggi celesti. È facilmente identificabile nell'emisfero boreale, soprattutto durante l'estate, guardando dritto sopra di noi.

NGC2264 Nebulosa Cono

La Nebulosa Cono, situata nella costellazione invernale dell'UNICORNO, è costituita da una grande nube di idrogeno ionizzato dalla radiazione ultravioletta emessa dalle stelle che compongono l'ammasso stellare NGC2264, chiamato "Albero di Natale". Il suo nome deriva dalla sua forma conica che ne contraddistingue il vertice, appunto il vertice della nebulosa "Cono". Questa nebulosa fa parte di una vasta nebulosa oscura, composta da polvere e idrogeno molecolare, che si staglia sulla sottostante nebulosa a emissione e riconoscibile per il suo tipico colore rossastro. Fu osservata per la prima volta dall'astronomo inglese William Herschel il 26 dicembre 1785 e dista circa 2700 anni luce dalla Terra.

NGC 6888 Nebulosa Crescente

La Nebulosa Crescente (NGC 6888) è una straordinaria bolla cosmica, di circa 25 anni luce di diametro, scolpita dai venti della sua brillante e massiccia stella centrale. Questa immagine è stata catturata utilizzando filtri a banda stretta che isolano la luce emessa dall'idrogeno e dall'ossigeno. Gli atomi di ossigeno ionizzato producono il caratteristico guscio esterno ciano-verde che racchiude le intricate pieghe e i sottili filamenti.
Al cuore della nebulosa si trova la stella centrale, classificata come stella di Wolf-Rayet (WR 136). Questa stella ardente disperde i suoi strati esterni attraverso un potente vento stellare, espellendo una quantità di materiale equivalente a una massa solare ogni 10.000 anni. Le complesse strutture della nebulosa sono probabilmente il risultato di questa intensa interazione tra il vento e il materiale espulso durante una fase precedente.
Quando esaurirà il suo combustibile e raggiungerà la fine del suo ciclo di vita, la stella collasserà ed esploderà, espellendo i suoi gas incandescenti verso l'esterno per creare una supernova.
La Nebulosa Crescente si trova nella ricca costellazione del Cigno, a circa 5.000 anni luce dalla Terra.

I Fantasmi di Cassiopea

"I Fantasmi di Cassiopea" è un termine poetico che si riferisce a un paio di deboli nebulose, IC 63 e IC 59, situate nella costellazione di Cassiopea. Queste nubi di gas e polvere interstellare sono debolmente illuminate dalla vicina stella Gamma Cassiopeiae, una stella estremamente calda e variabile. IC 63, spesso chiamata "Il Fantasma di Cassiopea", ha un aspetto etereo e vaporoso, mentre IC 59 è leggermente più debole e più diffusa. Insieme, creano una scena di struggente bellezza che ricorda figure spettrali che fluttuano nello spazio.
Situate a circa 600 anni luce dalla Terra, queste nebulose sono esempi sia di nebulose a emissione che a riflessione. IC 63 brilla a causa dell'ionizzazione del gas idrogeno provocata dalla radiazione di Gamma Cassiopeiae, mentre IC 59 riflette la luce stellare in modo più prominente. La combinazione di gas incandescente e regioni di polvere scura rende queste nebulose un obiettivo affascinante per l'astrofotografia e un'area chiave di studio per comprendere l'interazione tra le stelle massicce e il mezzo interstellare.

NGC 6914

NGC 6914 è un affascinante complesso nebulare situato nella costellazione del Cigno, a circa seimila anni luce da noi. Non si tratta di una singola nebulosa, ma di una vasta regione che combina nebulose a emissione, nebulose a riflessione e nubi oscure. Questa varietà di fenomeni rende l'oggetto estremamente ricco e complesso: le aree rossastre sono causate dall'idrogeno ionizzato che brilla sotto la radiazione ultravioletta delle stelle vicine, le regioni blu sono prodotte dalla luce di giovani stelle massicce diffusa dalla polvere interstellare, mentre le macchie scure corrispondono a dense concentrazioni di polvere che assorbono la luce delle regioni retrostanti.
NGC 6914 è immersa nella più vasta Nebulosa del Cigno, un'area del cielo densa di stelle, ed è particolarmente illuminata dalle calde e luminose stelle dell'associazione OB2, una delle più grandi regioni di formazione stellare della Via Lattea. La sua dimensione reale è di circa quindici anni luce, e la combinazione di colori e contrasti la rende uno degli obiettivi più spettacolari per l'astrofotografia.

M78

Messier 78 (M78) è una nebulosa a riflessione situata nella costellazione di Orione, a circa 1.600 anni luce dalla Terra. Scoperta nel 1780, fa parte del complesso di nubi molecolari di Orione B ed è la più luminosa tra un gruppo di nebulose vicine. La sua distintiva luce blu proviene dalla luce stellare che si riflette sulle particelle di polvere. Al suo interno, ci sono stelle giovani e in formazione, insieme a fenomeni come gli oggetti Herbig-Haro, associati alla formazione stellare. M78 si trova all'interno dell'Anello di Barnard, rendendo questa regione ricca di fenomeni astronomici legati alla formazione stellare. L'Anello di Barnard è una grande nebulosa a forma di arco nella stessa costellazione, scoperta nel 1894. Potrebbe essere il residuo di una supernova o il risultato di venti stellari da stelle giovani e massicce. La sua distanza dalla Terra varia tra 500 e 1.600 anni luce.

NGC2237 Nebulosa Rosetta

La Nebulosa Rosetta, conosciuta anche come NGC 2237, è una regione di formazione stellare situata all'interno della Nebulosa di Orione, una vasta nube di gas e polvere nella costellazione di Orione. Questa nebulosa si trova a circa 5.200 anni luce dalla Terra ed è una delle regioni di formazione stellare più attive all'interno della Via Lattea.
La Nebulosa Rosetta deve il suo nome alla sua somiglianza con una rosa, con la sua forma che ricorda i petali di un fiore. La nebulosa è alimentata da una giovane e massiccia stella chiamata HD 46223, che emette intense radiazioni ultraviolette e venti stellari che interagiscono con il gas circostante, facendo brillare la nebulosa.
Al centro della Nebulosa Rosetta si trova un ammasso aperto di giovani stelle chiamato NGC 2244, formato da stelle appena nate nell'ambiente della nebulosa. Queste giovani stelle sono immerse nel gas e nella polvere da cui sono nate, e la loro luce illumina e ionizza il materiale circostante, rendendo la nebulosa visibile.

IC 443 Nebulosa Medusa

IC 443 è una nebulosa diffusa situata nella costellazione dei Gemelli, risultato di un'esplosione di supernova avvenuta circa 30.000 anni fa. Si trova a circa 5.000 anni luce dalla Terra. La nebulosa si è formata a seguito di un'esplosione di supernova, rilasciando una grande quantità di gas e polvere nello spazio. IC 443 presenta una struttura complessa e interessante, con filamenti di gas ionizzato e polvere cosmica. La sua forma è talvolta associata a quella di una medusa, da cui il nome alternativo Nebulosa Medusa. La regione attorno a IC 443 è ancora attiva in termini di attività stellare, tutto dovuto alle continue interazioni tra i venti stellari e le enormi quantità di polvere e gas circostanti. L'immagine è stata creata utilizzando la tecnica della palette HOO per percepire e distinguere le singole emissioni di idrogeno e ossigeno.

M45 Le Pleiadi

Le Pleiadi, conosciute anche come le Sette Sorelle o M45 nel catalogo di Charles Messier, sono un ammasso aperto situato nella costellazione del Toro. Questo ammasso, a circa 440 anni luce di distanza, è costituito da diverse stelle visibili a occhio nudo, con maggiore visibilità in luoghi meno colpiti dall'inquinamento luminoso. Le stelle delle Pleiadi sono strettamente legate dalla gravità e condividono un'origine comune. Data la loro relativa vicinanza, appaiono più calde del solito e mostrano colori predominanti di giganti blu o bianche. L'ammasso è giovane, con un'età stimata di circa 100 milioni di anni e una durata prevista di altri 250 milioni di anni. Il significato storico delle Pleiadi è evidente nella loro menzione da parte di autori antichi come Omero e Tolomeo. Le stelle sono presenti anche nel Disco Celeste di Nebra, un manufatto in bronzo risalente al 1600 a.C. trovato in Germania, che rappresenta una delle prime raffigurazioni conosciute del cosmo. La posizione dell'ammasso a nord dell'equatore celeste lo rende visibile da tutte le aree popolate della Terra, fino al Circolo Antartico. Le Pleiadi sono facilmente identificabili anche negli ambienti urbani colpiti dall'inquinamento luminoso, apparendo come un gruppo di stelle blu ravvicinate con una forma distintiva.

M13 Ammasso di Ercole

L'Ammasso Globulare di Ercole (M13) è uno degli ammassi globulari più luminosi e famosi del cielo settentrionale. Situato nella costellazione di Ercole, M13 dista circa 22.000 anni luce e contiene diverse centinaia di migliaia di stelle densamente raggruppate in una forma sferica. Questo antico ammasso, stimato avere circa 11,65 miliardi di anni, è un esempio straordinario della storia e dell'evoluzione dell'universo. Con il suo nucleo densamente concentrato e le sue numerose stelle luminose, M13 è un obiettivo preferito sia per gli astronomi amatoriali che professionisti, offrendo uno sguardo sulle prime fasi della formazione della nostra galassia.

M44 Ammasso Alveare

A soli 600 anni luce di distanza, M44 è uno degli ammassi stellari più vicini al nostro sistema solare. Conosciuto anche come Presepe o l'Ammasso Alveare, le sue stelle sono giovani, circa 600 milioni di anni, rispetto ai 4,5 miliardi di anni del nostro Sole. Basandosi su età e movimento simili nello spazio, si ritiene che M44 e l'ammasso stellare delle Iadi ancora più vicino, nella costellazione del Toro, siano nati insieme nella stessa grande nube molecolare. Un ammasso aperto che si estende per circa 15 anni luce, M44 contiene circa 1.000 stelle e copre circa 3 lune piene (1,5 gradi) nel cielo, nella costellazione del Cancro. Visibile a occhio nudo, M44 è riconosciuto fin dall'antichità.

NGC 869 & NGC 884 Doppio Ammasso

Il Doppio Ammasso è una coppia di ammassi stellari aperti, NGC 869 e NGC 884, situati nella costellazione del Perseo. Situati a circa 7.500 anni luce di distanza, questi ammassi sono relativamente giovani, con un'età stimata di 12,8 milioni di anni, e sono ricchi di stelle luminose e massicce. Il Doppio Ammasso è uno spettacolo straordinario nel cielo notturno, offrendo una vista di due ammassi ravvicinati che brillano con un misto di stelle blu e arancioni. La sua bellezza e la sua vicinanza lo rendono un bersaglio popolare per l'astrofotografia e uno dei preferiti dagli osservatori delle stelle che esplorano le meraviglie della nostra galassia.

Polar alignment with Synscan Skywatcher

In questo tutorial, spiegherò come eseguire un corretto allineamento polare utilizzando lo strumento "Polar Alignment" sul controller manuale SynScan per montature SkyWatcher.
Quando facciamo astrofotografia, abbiamo bisogno di una montatura equatoriale per inseguire la rotazione terrestre. Per fare ciò, è necessario "allineare" la nostra montatura con il Polo Nord Celeste, usando la Stella Polare come riferimento. Questo si fa regolando il cannocchiale polare incluso nella maggior parte delle montature equatoriali.
Tuttavia, durante questo processo, potrebbero sorgere alcuni problemi iniziali: cosa succede se non si ha una chiara visuale del nord o non si riesce a vedere la Stella Polare? Come si allineerebbe la montatura? Bene, non gettate la vostra attrezzatura dal balcone! Seguite questa semplice procedura per eseguire un allineamento polare utilizzando lo strumento Polar Alignment sul controller manuale SynScan per montature SkyWatcher.
Iniziamo:
Esistono diversi modi per aggirare questo problema. Uno dei più noti ed efficaci è il metodo Bigourdan. Questo metodo utilizza l'analisi della deriva per ottenere un allineamento molto preciso, ma lo svantaggio è il suo processo contorto, lungo e complicato. Noi invece vogliamo ottenere risultati rapidi senza complicare eccessivamente le cose. Pertanto, ci affideremo alla tecnologia e useremo uno strumento disponibile su molte montature equatoriali: lo strumento Polar Alignment.
Nello specifico, mostrerò lo strumento Polar Alignment incluso nel controller manuale SynScan per montature SkyWatcher. Purtroppo, questo strumento non è disponibile in tutte le versioni del controller manuale (se non sbaglio, è disponibile dalla versione 3.35 in poi), quindi verificate la vostra versione all'accensione del controller prima di procedere.
La procedura per l'allineamento polare con il controller manuale SynScan.
Passiamo subito ai passaggi:1. Innanzitutto, posizionate approssimativamente la vostra montatura rivolta a nord, magari usando una bussola per aiutarvi.2. Successivamente, accendete la montatura e inserite tutti i dati richiesti (coordinate, data, ora, altitudine, ecc.).3. Iniziate eseguendo un allineamento stellare: ricordate che per utilizzare lo strumento Polar Alignment, è necessario eseguire
almeno un allineamento a 2 o 3 stelle.

Selezioneremo le stelle suggerite dall'Hand Controller in base al nostro campo visivo. A questo punto, entreranno in gioco la fotocamera che utilizzerete per la fotografia (o l'oculare se siete osservatori visuali) e il software associato. In questo esempio, ho utilizzato una montatura SkyWatcher EQ6-R, una fotocamera ZWO ASI 294 MC Pro e il software SharpCap. Se utilizzate una DSLR, consiglio il software Astro Photography Tool (APT), compatibile con molte DSLR Canon e Nikon.
Nel nostro caso, dato che abbiamo un campo visivo molto limitato (che spazia tra Ovest e Nord-Ovest), opteremo per un allineamento a 2 stelle: Alpheratz e Deneb. Aprite SharpCap, selezionate la vostra fotocamera dal menu "Cameras" e regolate il guadagno e il tempo di esposizione finché le stelle non appariranno nel vostro campo visivo.

Attivate il reticolo (la croce rossa accanto alla funzione Zoom), e ora usate i tasti freccia sul vostro controller per spostare la stella selezionata finché non sarà perfettamente centrata nel mirino. Una volta allineato, premete INVIO.

Ripetete la stessa procedura con la seconda stella.
Una volta completato questo allineamento, la montatura fornirà, tramite l'Hand Controller, alcuni valori che indicano l'errore polare in gradi, minuti e secondi. Questi valori mostreranno di quanto è impreciso l'allineamento in AZ (Azimut) ed EL (Elevazione).

Leggiamo i valori: ci dice che abbiamo un errore di 2 minuti e 59 secondi in Elevazione e 26 minuti e 34 secondi in Azimut.
Ridurre l'errore AZ - EL
Ecco la procedura per minimizzare questo errore. Scorrendo il menu con le frecce giù sull'Hand Controller, troveremo lo strumento Polar Alignment.

Premete INVIO, ci chiederà di scegliere una stella su cui applicherà le correzioni che forniremo regolando Azimut ed Elevazione.
Nel nostro caso, selezioneremo nuovamente Deneb.

Utilizzando le frecce sull'Hand Controller, la riporteremo al centro del mirino di SharpCap.

Ora, premendo INVIO, lo strumento di Allineamento Polare sposterà la nostra stella di una quantità pari all'errore di Elevazione calcolato dopo l'allineamento a 2/3 stelle — nel nostro caso, 2 minuti e 59 secondi.

Sul reticolo di SharpCap, vedremo questa situazione (fare riferimento alla figura).

Come potete vedere, la stella è stata spostata. Ora, agendo SOLO sulle viti di regolazione dell'Elevazione (fare riferimento alla figura), mireremo a riportare la stella al centro del mirino di SharpCap.

Non preoccupatevi se non riusciamo a portarla precisamente al centro. Ricordate, stiamo correggendo un solo asse alla volta, quindi l'importante è avvicinarsi il più possibile al centro.
Una volta completato, l'Hand Controller registrerà l'aggiustamento e ci chiederà di effettuare la correzione anche in Azimut.

Lo strumento di Allineamento Polare sposterà la nostra stella di una quantità pari all'errore di Azimut calcolato dopo l'allineamento a 2/3 stelle — nel nostro caso, 26 minuti e 34 secondi.Consiglio: Dato che si tratta di uno spostamento molto ampio, la nostra stella di riferimento sarà probabilmente uscita dal campo visivo della fotocamera. Per facilitare le regolazioni, è consigliabile avere un cercatore montato sul tubo principale per aiutare a guidare i movimenti e riportare la stella al centro del mirino.Riposizionare la StellaPer riposizionare la stella e permettere alla montatura di registrare la correzione, questa volta dobbiamo agire sulle viti di regolazione dell'Azimut (fare riferimento alla figura).

Di nuovo, puntiamo a riportare la stella il più vicino possibile al centro del mirino. Una volta regolato l'Azimut, possiamo premere INVIO sull'Hand Controller per completare la fase di correzione.
Ora, dobbiamo verificare se l'errore di allineamento polare ha raggiunto un valore accettabile. Questo viene controllato eseguendo un nuovo allineamento a 2/3 stelle.
Consiglio Personale: Preferisco riportare la montatura nella sua posizione di partenza (con il tubo puntato a Nord) spegnendola e riavviando il sistema.Dall'Hand Controller, scorrete i menu e selezionate Park Scope, che parcheggerà la montatura mantenendo tutti i dati precedentemente inseriti.

Spegnete e riavviate la montatura. L'Hand Controller chiederà se vogliamo ripristinare i dati di Park precedenti. Selezioneremo Sì, richiamando la configurazione e semplicemente confermando data e ora.

Una volta ripristinati i dati, utilizzate le frecce di selezione per scorrere il menu e scegliere "Setup". Nel menu Setup, cercate l'opzione "Alignment".

Verifica della Correzione dell'Errore di Allineamento Polare
A questo punto, ripetete un allineamento a 2 o 3 stelle per verificare che l'errore di allineamento polare sia stato minimizzato. Ancora una volta, punteremo prima su Alpheratz e poi su Deneb, seguendo gli stessi passaggi descritti in precedenza.
Al termine del processo, controllate l'Hand Controller per vedere i valori di errore aggiornati che fornisce.

Come potete vedere, abbiamo ottenuto un risultato eccellente date le condizioni iniziali, e siamo riusciti a farlo in un solo passaggio. Detto questo, se il risultato non è soddisfacente, l'intera procedura può essere ripetuta più volte per ottenere una maggiore precisione.Con valori come questi, posso effettuare esposizioni guidate di 600 secondi con una deviazione dell'immagine inferiore al 5%. Naturalmente, possono entrare in gioco errori meccanici o altre variabili, ma nel complesso utilizzo questo sistema dal mio balcone con buoni risultati da circa due anni e mezzo.Questo tutorial nasce dalla mia esperienza personale di principiante che aveva bisogno di allinearsi all'asse polare senza poterlo vedere e con una guida limitata disponibile online.
Oggi sono disponibili molti programmi, sia gratuiti che a pagamento, per l'allineamento polare. Pertanto, consiglio il mio metodo soprattutto ai principianti che si avvicinano per la prima volta al mondo dell'astrofotografia.
Questo approccio può essere più semplice per chi desidera iniziare ad allinearsi al polo in modo assistito senza affidarsi a un software. È particolarmente utile per chi fotografa con una fotocamera DSLR senza utilizzare un PC o sistemi automatizzati come ASIair, Stellarmate e strumenti simili.Ricordate, se qualcosa va storto, non prendetevela con me! 😄
Cieli sereni! 🌌

Plate solving

Cos'è il Plate Solving?Il plate solving (o risoluzione astrometrica) è il processo che determina le esatte coordinate celesti di un'immagine astronomica, confrontando le stelle visibili nella foto con un catalogo stellare di riferimento. Questo processo assegna precisi valori di Ascensione Retta (AR) e Declinazione (DEC) a ogni pixel dell'immagine, permettendo ad astronomi e astrofotografi di sapere esattamente quale porzione di cielo hanno catturato.
Il plate solving è fondamentale per allineare i telescopi, sommare le immagini, condurre misurazioni fotometriche e astrometriche e integrare le osservazioni in grandi database astronomici.
Il plate solving è ampiamente utilizzato per diverse applicazioni in astronomia, tra cui:
- ✅ Identificazione Automatica degli Oggetti – Aiuta a riconoscere stelle, galassie, nebulose e altri corpi celesti in un'immagine senza una ricerca manuale.
- ✅ Allineamento Preciso delle Immagini – Essenziale per gli astrofotografi che sommano più immagini per ottenere maggiore chiarezza e dettaglio.
- ✅ Calibrazione Astrometrica – Consente di trasformare la griglia di pixel di un'immagine in un sistema di coordinate celesti reali, rendendo possibili misurazioni scientifiche.
- ✅ Correzione del Go-To del Telescopio – Utilizzato nei telescopi robotici e guidati per garantire che puntino con precisione il bersaglio celeste desiderato.
- ✅ Rilevamento di Stelle Variabili e Transienti – Aiuta a monitorare i cambiamenti di luminosità, il moto e la scoperta di nuovi oggetti transienti come supernove o asteroidi.
### Metadati Generati dal Plate Solving
Una volta che un'immagine è stata sottoposta a plate solving, diversi importanti campi di metadati vengono aggiunti al file. Questi metadati aiutano scienziati e astrofotografi a comprendere e utilizzare l'immagine in modo più efficace.
1️⃣ Metadati Astrometrici (derivati dal plate solving)
- Ascensione Retta (AR) e Declinazione (DEC) – Le coordinate celesti centrali dell'immagine.
- Campo Visivo (FOV) – L'area angolare del cielo coperta dall'immagine, tipicamente espressa in minuti d'arco o gradi.
- Scala del Pixel – La risoluzione dell'immagine in arcosecondi per pixel, utile per misurazioni scientifiche.
- Orientamento dell'Immagine – L'angolo di rotazione dell'immagine rispetto al nord celeste.
- World Coordinate System (WCS) – Un modello matematico che trasforma le coordinate dei pixel in coordinate celesti reali.
2️⃣ Metadati di Osservazione (spesso inclusi negli header FITS)
- Data e Ora dell'Osservazione (UTC o Data Giuliana)
- Tempo di Esposizione – La durata della raccolta di luce per l'immagine.
- Dettagli del Telescopio e della Camera – Lo strumento utilizzato, inclusi apertura, lunghezza focale e tipo di sensore.
- Filtri Utilizzati – Come Hα, LRGB o filtri a banda stretta, che influenzano la lunghezza d'onda della luce catturata.
3️⃣ Metadati Fotometrici (se applicabile)
- Calibrazione della Magnitudine – Se nota, la luminosità delle stelle rilevate può essere confrontata con i dati del catalogo.
- Catalogo Stellare di Riferimento – Il database (es. Gaia, UCAC4, Tycho-2) utilizzato per la risoluzione.
Dopo il plate solving, i metadati vengono archiviati nei file di immagine astronomici, più comunemente in:
- Formato FITS (Flexible Image Transport System) – Il formato di file standard nell'astronomia professionale, che include un'ampia sezione di intestazione (header) per i metadati.
- File JPEG/PNG annotati – Se il plate solving viene eseguito con uno strumento come Astrometry.net, può restituire una versione etichettata dell'immagine con le coordinate sovrapposte.
Per accedere ai metadati in un file FITS, è possibile utilizzare software come:
- SAOImage DS9(per visualizzare i file FITS)
- Aladin Sky Atlas(per l'integrazione con i cataloghi)
-Astropy (Python library)(per l'estrazione automatizzata dei dati)
### Come Provare il Plate Solving?
Se possiedi un'immagine di astrofotografia, puoi caricarla su Astrometry.net, uno strumento online gratuito che esegue automaticamente il plate solving della tua immagine e fornisce i metadati astrometrici.
In alternativa, gli utenti più esperti possono utilizzare software di plate solving locale come:
- Astap (Astrometric Stacking Program)
- PixInsight ImageSolver script

Astronomy Tools

Astronomy.tools è una piattaforma online progettata per aiutare astronomi dilettanti e professionisti a pianificare le loro osservazioni, scegliere l'attrezzatura giusta e analizzare le prestazioni dei sistemi ottici nell'astrofotografia. Il sito offre calcolatori interattivi e strumenti per simulare il campo visivo, la risoluzione e la qualità dell'immagine per diversi telescopi e camere.
Caratteristiche Principali di Astronomy Tools
1️⃣ Calcolatore di Idoneità CCD
Calcola il campionamento dell'immagine in arcsec/pixel basandosi su:
Dimensione dei pixel del sensore (in µm)
Lunghezza focale del telescopio (in mm)
Seeing atmosferico (in arcosecondi)
Fornisce una valutazione della qualità dell'immagine:
Sovracampionamento (Oversampling) (troppi dettagli, perdita di luce)
Sottocampionamento (Undersampling) (immagine pixelata, perdita di dettagli)
Buona Qualità (Good Quality) (equilibrio ottimale tra pixel e seeing)
Utile per:
✅ Determinare se una camera CCD è adatta a un dato telescopio.
✅ Ottimizzare le impostazioni per l'imaging planetario o del profondo cielo.
🔗 Link al calcolatore: CCD Suitability Calculator
2️⃣ Calcolatore del Campo Visivo (FOV)
Simula il campo visivo di una combinazione telescopio + camera.
Mostra come apparirà un oggetto celeste (es. Luna, Nebulosa di Orione, Galassia di Andromeda).
Consente di confrontare più configurazioni per trovare l'ingrandimento ideale.
Utile per:
✅ Pianificare l'astrofotografia e selezionare il giusto sensore/telescopio.
✅ Evitare inquadrature errate (campo troppo ampio o troppo stretto).
🔗 Link al calcolatore: FOV Calculator
Perché Usare Astronomy Tools?
✔️ Gratuito e accessibile da qualsiasi dispositivo.
✔️ Interattivo: prova diverse configurazioni in tempo reale.
✔️ Per tutti: utile per dilettanti e astrofotografi professionisti del profondo cielo.
✔️ Facile da usare: nessuna installazione richiesta, tutto è online.
Vuoi ottimizzare la tua attrezzatura? Prova i calcolatori su Astronomy Tools o usa la finestra qui sotto

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